Il fruscio delle foglie degli alberi mosse dal vento in un parco cittadino, il pulviscolo visibile in controluce, grazie ai raggi solari che ancora riescono a farsi largo tra edifici fitti e alti, il ticchettio generato dalle gocce di pioggia su una mantella impermeabile color verde militare, il sole rosso al tramonto che, alla guida di un furgone, lungo un’arteria trafficata di Tokyo, all’improvviso si manifesta.
Sono solo alcune delle immagini che, attraverso lo sguardo di Hirayama, protagonista dell’ultimo acclamato «Perfect Days» di Wim Wenders, sembrano dirci che sono giorni perfetti, quindi felici, quelli in cui riusciamo ancora a percepire la natura e a emozionarci per ciò che gratuitamente, senza che ne facciamo richiesta, ci offre.
Oki Sato, alias Nendo, il nome del suo studio, li chiama «hints», «suggerimenti», quei sussurri con cui la natura ci notifica la sua presenza e ai quali dedica un’installazione personale «nendo: whispers of nature» ospitata all’interno del nuovo spazio milanese di Paola Lenti, in occasione della Milano Design Week 2024.
Il designer giapponese e il regista tedesco, simultaneamente, dalla medesima latitudine-longitudine, Tokyo, e come accomunati da una consapevolezza dalla connotazione spiccatamente occidentale, invitano a portare l’attenzione su quanto sia importante, per vivere bene, in armonia con sé stessi e con il mondo, ascoltare e rispettare la natura, essere appagati da quello che si ha, apprezzare le piccole cose della vita.
«Indagare la natura e il suo rapporto con l’uomo – racconta Nendo – è davvero parte integrante della cultura giapponese. Per questo motivo ho pensato avesse senso esplorare questo tema e scegliere Paola Lenti Milano quale luogo ideale in cui presentare la mia mostra, poiché sento che l’amore e il rispetto per la natura è ciò che Nendo e Paola Lenti hanno davvero in comune».
Nella lingua giapponese ci sono parole che utilizzando poche lettere esprimono concetti interi, complessi, o anche fenomeni naturali particolarissimi.
Komorebi, ci svela Wim Wenders alla fine del film, è il termine che indica il luccichio creato dalle foglie che ondeggiano al vento, un bagliore che può essere catturato in un solo e preciso attimo.
Hana-arashi, rivela Nendo, è la parola che descrive il momento in cui i petali dei fiori di ciliegio si staccano dalla pianta e iniziano a volteggiare nel cielo. È la seconda bellezza, più suggestiva della prima, perché a differenza dello spettacolo offerto dalla piena fioritura, dura il tempo di pochi istanti.
Mottainai, impariamo infine da Paola Lenti, in giapponese significa: non sprecare, utilizzare le risorse che si hanno a disposizione. È questo un concetto che l’azienda ha fatto proprio trasformandolo in un progetto che intende restituire funzione e valore estetico alle eccedenze di produzione.
L’immagine dei petali che danzano in aria richiama proprio la filosofia di Paola Lenti che con il progetto Mottainai raccoglie e riutilizza ciò che resta, ciò che letteralmente cade dalle produzioni, evitando così ogni forma di spreco.
«Eravamo curiosi – spiega Paola Lenti – di approfondire il confronto con un designer dal linguaggio progettuale diverso rispetto a quello dei fratelli Fernando e Humberto Campana, con i quali avevamo sviluppato il primo capitolo del progetto Mottainai. Così abbiamo chiamato lo studio Nendo. Oki Sato si è misurato nell’infondere nuova vita ai ritagli di Maris, un tessuto la cui struttura e consistenza ha orientato in maniera precisa la forma dei prodotti. È nata così la collezione Hana-arashi, colorata e sobria, il cui segno stilistico trovo molto giapponese».
È solo dopo aver visitato l’headquarter di Paola Lenti, aver visto i processi produttivi, compreso il lavoro di ricerca e il saper fare unico che contraddistinguono l’azienda, che Nendo ha tratto ispirazione per creare i suoi oggetti, sperimentando forme e accostamenti diversi. Dalla varietà imprevedibile dei colori dei ritagli di Maris, recuperati quotidianamente e accostati con cura secondo un coerente criterio cromatico, si generano petali dalla nuova e inaspettata bellezza.
«La prima sensazione che ho avuto – confida Nendo – è che Paola fosse, in un certo senso, molto giapponese. Silenziosa, estremamente gentile, rispettosa della natura. Vede la natura. Percepisce la natura in un modo che trovo molto bello, autentico, affine alla mia cultura. Mi ha sorpreso trovare il termine Mottainai in un’azienda italiana. Mi sono subito sentito come a casa. Credo che con questo progetto Paola ed io abbiamo raggiunto l’equilibrio tra spiritualità, materialità e sostenibilità, perché in un certo qual modo parliamo la stessa lingua. È stato come un haiku».
THE PLAY-DOUGH MAN
Director Maurizio Natta
Author Alessandra Noto
Filmed by Maurizio Natta – Fabrizio Polla Mattiot – Gianlorenzo Bernabò
Interview Dop Luciano Limoli
Editor Mattia Cutaia
Colorist Michele Ricossa
Audio Recordist Andrea Serventi
Audio Editor Matteo Fusi
Soundtrack Universal Music Publishing Ricordi srl
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