La quarta puntata di A tu per tu è dedicata a Simona Sporchia, maestra nell’interpretazione contemporanea del mosaico. Cresciuta a Milano, Simona era una di quelle bambine che portano sempre con sé l’album da disegno. Ritraeva le persone, i paesaggi, la natura. Ogni occasione era buona per armarsi di matite colorate e dare libero sfogo all’immaginazione.
Al termine della scuola primaria, il liceo artistico rappresenta un approdo naturale. Simona scopre una passione per i colori e per i materiali; le tecniche artistiche sono la base di partenza per cercare un proprio linguaggio espressivo.
Prosegue gli studi alla Facoltà di Architettura, ma il cuore batte altrove: Simona sente il bisogno di usare le mani per dare forma al pensiero, di tornare all’antico amore per una materia meno algida e ragionata. «Avverto che l’arte è una chiamata», racconta. Ha in mente la potenza di certi capolavori dell’arte musiva studiati sui libri di scuola. È là che è rivolto il suo sguardo interiore. Lascia l’università, si iscrive a una scuola per apprendere la tecnica: diventa maestra mosaicista e apre un laboratorio a Monza.
L’incontro con Paola Lenti avviene nel silenzio del primo lockdown. In quell’atmosfera sospesa lavorano per assonanze: nella trama e nell’ordito dei tessuti di collezione colgono le medesime fondamenta della composizione del mosaico: tessere e fughe, intrecciandosi e combaciando, creano una decorazione, proprio come i fili lavorati al telaio. Entrambe, inoltre, intuiscono che sia nel mosaico, sia nei tessuti dell’azienda, a determinare il colore finale è la combinazione di più tonalità.
Insieme decidono di sovvertire la tecnica musiva tradizionale per dare vita a tessere di forme e dimensioni diverse, per esempio circolari; spogliano la fuga della sua funzione di “cerniera” per farla diventare uno sfondo che richiama i mood cromatici dei prodotti di collezione ai quali si abbina.
Prende forma una visione del mosaico totalmente nuova e contemporanea, dove anche i materiali impiegati assecondano il desiderio di restituire suggestioni inedite: non più soltanto pasta di vetro e marmi, ma ceramica, vetri riciclati, polveri di silice e ossidi, che danno origine a tessere una diversa dall’altra dai colori esclusivi. Ne derivano elementi per l’architettura, tavolini, piani per tavoli di grandi dimensioni che diventano prodotti di collezione.
Le sperimentazioni più recenti prendono spunto da Nerikomi, una tecnica di lavorazione della ceramica di origine giapponese. Nel suo laboratorio di Monza, Simona Sporchia crea tessere in ceramica colorata che poi taglia, cuoce e inserisce su fondi realizzati con agglomerati cementizi e materiali naturali come marmo e cocci di recupero. Fonte di ispirazione sono i pavimenti in seminato alla veneziana, caratterizzati da basi cromatiche in tonalità diverse e punteggiati da graniglie colorate.
A tu per tu
Simona Sporchia, Monza
Interview by Anna Vullo
Director Maurizio Natta
Cinematographer Fabrizio Polla Mattiot @ateliermistral
Filmed by Maurizio Natta, Fabrizio Polla Mattiot @ateliermistral, Gianlorenzo Bernabò di Negro
Audio post production Top Digital
Soundtrack Universal Music Publishing Ricordi Srl